Dall'accorpamento erano venute fuori due squadre maschili (gangsters and policemen) e due femminili (show-girls and sisters).
Ma c'era un problema: dove collocare il prete?
“Farà l'arbitro!”, propose un “malavitoso.”
“No. L'arbitro lo farà il maestro sennò voi imbrogliate!”, protestò il “poliziotto.”
Ecco, si erano già calati nei ruoli.
“Non gioca, guarda”, propose una bambina.
“Eh, sì”, s'arrabbiò il prete. “Io voglio giocare!”
Quindi, escluderlo non si poteva. E poi non sarebbe stato giusto. Nessuno andava escluso dal torneo.
Seguirono trattative e discussioni, conciliaboli e capannelli di bambini, poi un concitato dialogo in dialetto.
Un bambino risolse tutto, ricominciando da capo.
“Li puliziutte ‘nghe li (con i) puliziutte…” e tirò fuori il pollice della mano destra.
“Sì ”, concordarono i compagni presenti.
“…li monache ‘nghe li (con le) monache…” e cacciò l'indice.
“E lu predde? (E il prete?)”, urlarono i compagni.
Pausa.
“…‘nghe li monache! Nen tè (Non ha) la tonaca nera come la monaca!”
“Già, è vero ”, annuirono i compagni.
“…e da pu' (e dopo), la monaca sta ‘n Cunvente, lu predde sta là a la Cchjise, ma tutte e ddu fa parte de la Religione.”
Il ragionamento non faceva una grinza.
Il prete giocherà con le monache! Unica squadra mista.
I Religiosi.
Così è se vi pare!