Un treno corre nel buio della notte e nelle cuccette c'è chi dorme e chi veglia, non riuscendo a prendere sonno. Il pensiero va ad altri treni, ad altri binari, come quel binario 21 su quale si consumò la grande tragedia, indimenticabile. Ma anche ad un altro treno e ad un altro binario, sul quale si verificò un'altra tragedia, altrettanto indimenticabile, ma famigliare, determinando un perdita risultata incolmabile.

Le due tragedie aleggiano in tutto il breve e intenso racconto di Maria Pia Di Nicola, in cui la narrazione è leggera, come quella di una mano che si limiti a sfiorare soltanto i tasti di un pianoforte. Eppure la materia è spesso dolorosa e fonte di dolore, anche nella rievocazione.

Il percorso che porta dall'immagine di una bambina apprensiva e studiosa a quella di una donna matura e impegnata socialmente e politicamente e poi a quella di una nonna amorevole e tenera è affascinante e trasmette molte emozioni.

La visita ai campi di concentramento tedeschi, la lettura di brani religiosi in un contesto di grande partecipazione spirituale, il soccorso prestato ad una amica in difficoltà all'estero, vittima di un episodio di estrema crudezza, sono rievocazioni condotte sul filo della memoria con una sensibilità particolare e intensa.

Le rivelazioni dei pensieri intimi, dei timori, delle speranze, delle trepidazioni aprono al lettore una porta su un universo femminile di grande ricchezza interiore ed umana, in cui un pudore tenero e un'ansia di sincerità riescono a fondersi e ad alternarsi in una felice unione di leggiadria e di eleganza.

L'amore per le tradizioni, per la propria storia familiare, per i genitori, il rispetto per le regole della convivenza civile, il culto dell'amicizia sono categorie spirituali alle quali la narrazione punta sempre come obiettivi primari. La tendenza alla scrittura nitida e circostanziata, punteggiata da momenti di autentica ispirazione, rende il racconto avvincente.

La delicatezza con la quale alcuni di questi momenti vengono trattati – il no ad una proposta di relazione sentimentale, il no ad un'avventurosa esperienza in un paese straniero, il sì alla proposta di una convivenza tra amiche desiderose di alleviare il peso di una temuta solitudine – trasmette al lettore un senso di grazia e di serenità.

Dobbiamo ringraziare l'autrice per questo dono di una parte di sé, che tanto sapientemente ha saputo trasfondere nel suo racconto, capace di emozionare e di commuovere.

Elso Simone Serpentini