Il viaggio di Marek, di cui si parla in questo crepuscolare e malinconico libro di Vito Fusaro (il suo terzo lavoro dopo due scritti di forte intensità narrativa) in modo palesemente allusivo ad una tranquilla traversata nel mare calmo e sereno di una quotidianità in cammino, ha questo di straordinario: un'apparente atemporalità, nella quale persone, fatti e situazioni sembrano come alberi allineati in duplice filare lungo un viale d'autunno, proprio quando cominciano a perdere le loro foglie.