Genere: Poesia
€ 10,00
Radicalità del sentire e radicamento nel vivere
Simone Gambacorta
Marco Brizzoli porta avanti con pervicacia appassionata e tenace il suo itinerario di confronto con la parola. Lo fa con dedizione costante, continua, probabilmente senza sosta, in un esercizio dibattimentale tutto riversato sul piano dell'interiorità. Il verso costituisce, rispetto al suo percorso di meditazione, la soluzione più idonea per rendicontare gli esiti di un composto e febbrile addentrarsi tra le cose e la vita. È questo il suo grande impegno: dire alcuni modi dell'esistere, dell'essere carne e ossa e sensi e intelletto, senza pretesa altra che secondare il minimo desiderio di partecipare al vasto “esserci” di tutti. Intanto, un aspetto che preliminarmente si può sottolineare della scrittura di Brizzoli è la sua capacità di coniugare il senso di una radicalità del sentire con il vibrato (anche drammatico) di un radicamento nel vivere. Ne deriva il coagularsi di entrambe le spinte in un dettato che conosce esiti felici e che schiva modulazioni spigolose e accidentate. Si direbbe anzi che, in senso formale, il maggior lavoro di Brizzoli (la sua sfida, il suo impegno più spiccato) consista proprio nel continuo mitigare l'impeto del “dire” il mondo con le movenze mai isteriche di testi comunque assai carichi di pronunce umbratili e chiaroscurali. La superficie dei suoi laghi è sempre piana, appena increspata da lievi brezze di suono; è sotto, più sotto, che si gioca la vera partita e si bascula, di caso in caso, dal sentire religioso al disinganno sentimentale. Quella di Brizzoli è una scrittura che non omette di scagliarsi contro le ipocrisie di una società che non ha «mai conosciuto/ la routine del morto di fame/ le mille storie della terra/ sotto l'assedio/ di debiti e padroni» (I veri artisti). Siamo dinanzi a un sentimento di compassione e di giustizia sociale destinato ad arroventarsi nell'indignazione della coscienza civile: è il caso di Parlami Vito, dove lo spettro della criminalità mafiosa diventa un interrogativo destinato a non avere risposta, e dove la voce che abita i versi vuol essere una reinvenzione della memoria stessa di Giovanni Falcone. Brizzoli raggiunge uno dei suoi momenti migliori nei versi che danno il titolo alla raccolta, Gli scampati, dove il sound del parlato si rapprende in un andamento che dà forma a un “discorso” incentrato sul dolore dell'uomo e sulle infinite e inenarrabili variazioni sul tema che ne discendono (e quindi anche sulle sue allegorie). Si parla anche di una rondine e di un albatros, nella raccolta, ma a dire il vero non saprei indicare quali possano essere i modelli e i riferimenti di Brizzoli, e men che meno potrei spingermi a dire fino a dove la presenza di modelli (veri o presunti) resti tale ovvero si capovolga nell'innesco di una più libera e smarcata suggestione. Non potrei dirlo perché appunto mi pare che Brizzoli abbia la qualità di saper fare una sua personale miscela degli stimoli e delle sollecitazioni che catalizzano il suo dire: ma tutto, ivi incluso codesto libro, potrà essere letto con più avvedutezza negli anni a venire, quando altre prove saranno nel frattempo venute a sommarsi a questa, così da chiarire le direttrici fondative di un impegno tutto da scoprire.
Codice ISBN: 978-88-31455-09-1
Pagine: 72
Informazioni: FORMATO 15X21 cm
Status: Disponibile
Anno di pubblicazione: 2020
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