Luigi Brigiotti (Teramo, 10 novembre 1859 - Teramo, 21 aprile 1933) è il maggiore dei poeti dialettali teramani. A lui si devono le principali codificazioni dell'uso e dell'espressione in poesia di un dialetto a cui già Fedele Romani aveva dato dignità linguistica, e del quale si serviranno con eguale maestria Guglielmo Cameli e Alfonso Sardella. La sua produzione, a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, accompagna e descrive il mutamento sociale e culturale della città in cui era nato e in cui visse come impiegato ma soprattutto come acclamato dicitore in pubblico dei suoi stessi versi, la cui arguzia divertiva e al tempo stesso induceva a riflettere.
OPERE:
–A lu Patr'aterne, in “Corriere abruzzese”, Teramo, n. 17 del 17 febbraio del 1886;
–Nu recurdie de l'espusizione 1890. Teramo, Stab. Tip. dell'Industria, G. Fabbri, 1899;
–Ddo' virse a la terramane, Teramo, Tip. A. De Carolis, 1903;
–‘Na chiacchiarate de gnore Paule, 16 aprile 1904. Teramo, Tip. B. Cioschi, 1904;
–Pe' li nozze de Tumasse Petrosemolo ‘nghe Rusina Tempera, Teramo, Tip. del Nuovo Abruzzo, 1905;
–La torre de lu Ddòme, Teramo, Tip. Commerciale B. Cioschi, 1906;
–‘Nu vicchie bandéste, Teramo, Tip. Commerciale B. Cioschi, 1912;
–Strata facènne..., Teramo, Prem. Tip. Editrice La Fiorita, 1914;
–Cruce e medaje: versi in dialetto teramano, Castellamare Adriatico, Tip. Economica, 1916;
–La fasciulate: dialetto teramano, Teramo, Stab. Tip. dell'Italia Centrale, 1916;
–Strata facènne, poesie in dialetto teramano, Teramo, La Fiorita, 1929;
–Strata facènne, poesie in dialetto teramano, Pescara, Editor. Trebi, 1959.