Giorni bambini. Giorni trascorsi con i bambini. Giorni vissuti per i bambini. Fare il maestro è il più bel mestiere del mondo. Era il mestiere di mio padre, ma devo dire che quello del maestro delle scuole elementari non è solo un mestiere, è anche e soprattutto un'arte. La differenza tra un artigiano e un artista è sempre assai sottile. Nel fare il maestro è ancora più labile. Bisogna avere insieme le caratteristiche dell'artista, nella continua creazione e invenzione tipica dei poeti e dei visionari, e quelle dell'artigiano, che usa con sapienza e perizia i suoi strumenti, molti dei quali costruisce da sé, grazie alla sua quotidiana esperienza. In questo libro del “maestro” Iannetti troviamo pagina per pagina un amore e una devozione innegabili, presenti in ogni riflessione, in ogni racconto, in ogni momento di una vita vissuta tra i banchi insieme con i bambini, che cominciano a imparare a scrivere, a leggere, a far di conto, ma anche a pensare, a riflettere, a connettere pensieri e concetti, ad esprimere le proprie emozioni, sotto la guida vigile ed amorevole del maestro. “Maestro” è il titolo più nobile che si possa attribuire a chi insegna, quel che sia ciò che insegna, al capo di una scuola di pensiero, ad un filosofo geniale precursore di una tendenza, ad un grande artista che abbia innovato nel campo della sua specifica arte. Ma il “maestro” per eccellenza e per antonomasia è il maestro delle elementari, se e quando sa essere “maestro” autentico, cioè quando sa amare i propri allievi e imparare da loro, vivere con loro e per loro, guidandoli nell'arduo e impegnativo, ma anche affascinante, percorso che porta alla conoscenza. Questo libro del maestro Iannetti è una specie di diario dell'anima, le cui pagine sono scritte con caratteri indelebili, di un alfabeto adoperato per comporre parole che hanno nella partecipazione e nel civismo l'elemento di unificazione espressiva, di una grammatica le cui regole sono dettate dal desiderio di regalare agli altri una parte di se stessi, di una sintassi i cui canoni sono dettati da una metodologia che scaturisce dalle ragioni del cuore e del sentimento. L'arte dell'insegnare viene illustrata dettagliatamente, sia nella parte più nota ed universale, sia in quella più recondita, frutto dell'osservazione e della sperimentazione e si palesa soprattutto come pratica di un continuo dialogo. L'insegnamento è dialogico e dialettico, non monologico e unidirezionale, è fatto di analisi e di sintesi, di confronto, di ricerca continua di sé negli altri e degli altri in se stessi. Il maestro non parla “ex cathedra”, non pontifica, ma dialoga e costruisce con la discussione, con l'invito alla riflessione, con la elaborazione concettuale, con la coltura dell'immaginazione e della fantasia. Tutta questa ricchezza di valori è il dono che ci fa questo libro, nel quale il maestro Iannetti racchiude, come in uno scrigno, tutti i tesori accumulati nella sua esperienza di insegnante. È un dono che ci fa, giunto al termine della sua carriera di docente, trasfondendo nel dono il viatico per i nuovi insegnanti, che dovranno domani rivestire un ruolo così delicato e importante. Anche insegnare nelle scuole medie, inferiori e superiori, o all'università, è un “magico” mestiere, ma essere docenti nelle scuole elementari è ancora più bello. La spontaneità dei bambini, la vivacità delle scolaresche, la loro freschezza e la loro autenticità sono ogni giorno sorprendenti, rinnovano ad ogni appello la gioia del colloquio educativo, il piacere di una scoperta dell'intelletto, il gusto della ricerca, la magia dei suoni delle parole. Nel libro del maestro Iannetti c'è tutto questo, ma c'è anche tanto d'altro. Ci sono l'ansia per il risultato dei primi giorni di scuola, l'emozione delle prime lezioni, il senso di partecipazione ad una avventura collettiva, la rievocazione dei momenti più belli, delle gite scolastiche, delle iniziative collaterali ed extra-curriculari, le straordinarie invenzioni linguistiche degli alunni, le loro originali interpretazioni. C'è tutto questo e c'è tanto d'altro, che il lettore va scoprendo ad ogni pagina, riga per riga, in un libro che non è un romanzo ma sembra un romanzo, non è un racconto ma sembra un lungo racconto. È, soprattutto, la dimostrazione di quanto sia vero un aforisma di Arturo Graf, poeta, e critico letterario italiano (1848-1913): “Ottimo è quel maestro che fa nascere nell'alunno una voglia grande d'imparare.”
Elso Simone Serpentini